mercoledì, febbraio 14, 2007

Versione Z

Centodecimo ed ultimo post per questo blog che vi ha appassionato, o annoiato, per molti mesi. Sento già cori di festeggiamento e qualche singhiozzo di tristezza, ma, niente paura! In realtà il blog si sta solo trasferendo, basta cliccare qui per la nuova versione, chi vorrà potrà continuare a seguirmi, ovviamente sempre a testa in giù! Per chi non avesse trovato il link precedente il nuovo indirizzo è questo:

sabato, febbraio 10, 2007

Nuovo Indirizzo

Dopo un lungo vagabondare finalmente abbiamo trovato un posto che sarà la nostra casa per un pò di tempo, almeno qui a Melbourne. Siamo tornati nello stesso quartiere dove abitavamo prima, anzi, anche un pò più lontano, ma il posto è economico e la gente è quella giusta, di più non serve. Siamo in cinque, tre italiani, un francese ed un cinese: sembra quasi l'inizio di una barzelletta! Di seguito trovate il nostro nuovo indirizzo, scrivete numerosi!!!

545 Grimshaw St
Bundoora VIC 3083
Australia

domenica, febbraio 04, 2007

Una Foresta

La filosofia no-global, siamo sinceri, è una cazzata.

Essere legati ad una realtà locale, fosse anche nazionale, è roba da milleottocento, quasi millenove, a forte rischio di imperialismi rampanti e nazionalismi xenofobi. Senza una filosofia globale non ci potrebbe essere il confronto tra culture diverse (con annesso arricchimento spirituale di tutti), lo scambio di informazioni, di conoscenze, di invenzioni. Immaginate un mondo in cui i treni esistono solo in Inghilterra perchè li hanno inventati loro, dove la televisione ce l'hanno solo gli americani perchè l'hanno brevettata loro, un mondo dove un miliardo di indiani mangiano ancora con le mani perchè le posate non le hanno certo inventate loro. Roba da pazzi! E tutte le tedesche che vengono ogni estate sul lago di Garda? Ed i barili di Guinness in ogni pub del mondo? Il Carnevale di Rio, il Palio di Siena, l'Oktoberfest, il Festival di Venezia, la Notte degi Oscar?

Un mondo global comporta notevali vantaggi, ma implica anche una grande responsabilità. Ogni problema deve essere osservato da una distanza maggiore per poterne comprendere la complessità e di conseguenza necessita di una soluzione più articolata che consideri un numero maggiore di variabili. Investire nell'allevamento bovino nelle Valli di Comacchio per arginare il problema della disoccupazione in Italia non è una soluzione global, poichè ad un costo minore posso produrre la stessa carne nelle pampas argentine. Se invece nella stessa zona mi metto ad allevare maiali e mi invento che quello che faccio io è un prosciutto D.O.P., mica pizza e fichi eh, allora riesco a rimanere sul mercato esportando il mio prodotto in tutto il mondo, pure nelle pampas argentine.

Ma questo è solo un aspetto puramente economico e materialistico della vasta gamma di problemi global che l'uomo moderno si trova a dover affrontare ogni giorno. Si osserva in tal modo il mondo dal punto di vista dell'uomo, si utilizza come finestra temporale il tempo di una vita, di una sola generazione. Stiamo osservando il problema troppo da vicino. Poichè se ci allontaniamo un pò, se abbandoniamo il punto di vista uomo, ci accorgiamo facilmente che il nostro pianeta è sovrappopolato, che l'ozono sembra uno scolapasta, che le riserve di combustibili fossili si esauriscono rapidamente, che il tasso di produzione dei rifiuti è insostenibile e che le foreste e gran parte delle specie animali sono sull'orlo dell'estinzione. Uno scenario apocalittico, eppure gli ambientalisti ci stanno rompendo le palle da un bel pò di tempo con questi argomenti! Ma come vi viene in mente di costruire delle centrali eoliche in Puglia/Calabria che comportano un insostenibile inquinamento acustico-sonoro nonchè paesaggistico-ambientale?

Come fronteggiare tali e tanti problemi? Da quale si comincia? L'unica soluzione proponibile sembrerebbe la fuga verso un altro pianeta, un nuovo Far West spaziale, una nuova frontiera, eppure non siamo ancora tecnologicamente pronti e quindi: che fare? A quale santo vado ad accendere un cero?

Novello Newton servirebbe un bell'alberello di mele sotto il quale rifugiarsi e riflettere, anzi, forse più di uno, diciamo un boschetto. Una foresta di alberelli, verdi e lussureggianti, senza presenza umana per migliaia di chilometri in ogni direzione, alberi grandi, alberi piccoli, cespugli, rampicanti, bosco e sottobosco comprensivo di ogni optional, una fauna lussureggiante che non deve preoccuparsi di cacciatori o ambientalisti ansiosi di salvarli. Un'unica grande foresta che si estende dalla Turchia al Mar del Giappione, dall'Artide alle Filippine, un enorme polmone verde per far respirare il pianeta Terra e ripopolarlo di ogni sua specie, un moderno Eden (oppure una smisurata Valle degli Orti).

Un vero progetto global con dei tempi veramente global. Pochè forse qualcuno di voi avrà già notato che circa tre miliardi di persone in questo momento occupano abusivamente il terreno in questione, e quindi si deve provvedere allo sfratto. La soluzione antiquata dei campi di sterminio, ovviamente, non è nemmeno da prendere in considerazione poichè pensare global significa migliorare la qualità della vita di tutti, e non unicamente di un'elite. E soprattutto, metti che qualcuno sopravvive poi è un tantino incazzato, e quindi si sente in diritto di pretendere, magari decide che in qualcuno dei suoi libri sacri c'è scritto che la Terra Promessa si trova in provincia di Reggio Emilia, chiama le Nazioni Unite, l'UNICEF e pure la FAO che, per scusarsi, ma soprattutto per non sentirseli più nelle orecchie tutti i santi giorni, sfrattano tutti gli umarells emiliano-romagnoli dalle loro case e li mettono in comodi campi profughi di legno e lamiera assegnando i territori ormai liberi ai sopravvissuti dei campi. Questi finalmente fondano una nuova nazione con tanto di bandiera, inno e sessanta miliardi di dollari annui da parte degli Stati Uniti come indennizzo per la pessima mensa dei campi, acquistano armamenti e bombe atomiche rompendo le palle a tutto il mondo con film e giornate della memoria e, se qualcuno glielo fa notare, salgono a bordo dei loro Apaches e lanciano un paio di razzi sui campi profughi durante il locale torneo di bocce.

Come dice il vecchio adagio: "La pazienza è la virtù dei forti" e quindi armiamoci di pazienza ed aspettiamo. Mentre aspettiamo, tanto per ingannare il tempo, chiudiamo porti, aeroporti, stazioni e frontiere nei territori occupati abusivamente. Fatto? Adesso sterilizziamo chimicamente ed in modo assolutamente indolore tutti gli abusivi. Fatto? Bene, adesso sediamoci all'ombra dei nostri alberelli ed osserviamo. Osserviamo un secolo in cui la vita va avanti come se nulla fosse successo, dove ogni coppia di giovani amanti non si deve preoccupare del frutto del peccato (con conseguente rimozione dei relativi cassonetti), osserviamo il tempo scorrere ed il numero degli abusivi decrescere in modo del tutto naturale, equo e solidale. Fatto? Bene, adesso iniziamo a piantare i nostri alberelli!

Un'impresa di tale portata necessita uno sforzo economico non indifferente, ma soprattutto di un'organizzazione esemplare. Fortunatamente, ancora una volta, le grandi multinazionali corrono in nostro aiuto. Chi meglio di Ikea per amministrare un progetto forestale? Chi ha più esperienza di Mercedes e Baygon negli sfratti esecutivi? Se a tale efficienza uniamo l'aiuto e la logistica degli amici nipponici (anch'essi esperti in fatto di sfratti esecutivi) passiamo rapidamente dal campo del fantastico a quello del possibile e quindi: pianta un alberelloanche tu!

venerdì, febbraio 02, 2007

The Shin Kudo Show - 6


G: Shin, in Giappone avete le barzellette?
S: Barzellette? Cosa sono?
G: Eh, sono storielle corte divertenti dove alla fine tutti ridono
S: Oh?
G: Storielle corte, divertenti?
S: Ah?
B: Seh, ciao...
G: Ad esempio: "Un giornalista intervista Ray Charles e ..."
S: Charlz?
B: Seh, ciao ...
G: Shin! Il pianista!
S: Oh?
B: Aho, quello negro! C'e' pure il film!
S: Ah! Ray Charleso! Yah yah!
B: Matonna!
G: Dicevamo: "Un giornalista intervista Ray Charleso. Alla fine dell'intervista il giornalista dice: 'Signor Charles, lei e' veramente una bella persona. Mi dispiace solo che lei sia cieco!' E Ray Charleso risponde: 'Beh, e' sempre meglio cieco che negro!'"
S: Oh?
G: Shin, l'hai capita? Meglio cieco che negro!
S: Aaah! Very funny!
G: Ah, quindi l'hai capita?
S: Ah, si si: il giornalista era negro vero?

mercoledì, gennaio 31, 2007

La Formica & La Cicala

Una versione moderna, riveduta e corretta di un grande classico sempre attuale. Basta cliccare qui! Grande Greta!

martedì, gennaio 23, 2007

Spirito Partenopeo


1 - Contattare Ronaldinho e concludere la trattativa per 134.000.000 milioni di euro compreso l'ingaggio
2 - Accedere al sito https://www2.betway.com/it
3 - Nel menu a sinistra cliccare sulla voce: "Speciali" e poi "Speciali Calcio"
4 - Andare all'ultima scommessa:Ronaldinho giocherà, nella sua carriera, per il Napoli?
5 - Cliccare sulla quotazione 67.00
6 - In alto a destra comparirà la scommessa selezionata e nella casella "ammontare" digitare la cifra 2.000.000
7 - Quindi nella voce "Vincite possibili" comparirà 134.000.000 milioni di euro
8 - Procedere con la scommessa
9 - Anticipare i soldi per Ronaldinho e fare la presentazione ufficiale
10 - Ritirare la vincita e rimettere a posto i soldi

Quasi - post

Voglia di scrivere, di raccontare qualcosa, voglia di comunicare e di interagire, quattro frasi su di un pezzo di carta, una quasi-lettera, oppure pochi caratteri su di uno schermo digitale. Eppure non c'è nulla di definito da raccontare, da descrivere, un pò come quando è nuvoloso ma non piove, come quando si ha fame ma non si sa bene di che cosa. Sarà che adesso ho fame sul serio, eppure non mi viene in mente nulla di simpatico (direbbe una nostra ben nota conoscenza) da raccontare, forse perchè gli eventi sono talmente tanti ed hanno intasato il tubo di scarico. Un giro sul web in cerca di ispirazione, la prima pagina del Corriere, l'ultimo umarell foto-catturato, il blog di qualche amico ed una mail già letta tempo fa... Vuoto cosmico.

Dal nostro inviato speciale in Australia è tutto, linea alla regia.

domenica, gennaio 21, 2007

Incredible India

Ah, l'India! Terra misteriosa, affascinante, ricca di storia e di tradizioni. Da sempre musa ispiratrice di poeti, musicisti, pittori e scrittori. Una nazione, un sub-continente in fermento, una crescita continua, in lotta per affermarsi come grande potenza mondiale, al pari di Stati Uniti, Germania o Giappone.

Questo è tutto ciò che sappiamo da sempre, è una conoscenza acquisita dell'India che si ha fin da bambini, una nozione ancestrale, primordiale, quasi istintiva, è la descrizione che un qualsiasi turista per caso potrebbe fare di questo esotico Paese. Ma noi non siamo turisti, siamo viaggiatori, e quindi forse è meglio osservare un pò più da vicino questo gigante dai piedi d'argilla.

Tutti sanno che l'India è un Paese pacifico, la Patria del Mahatma Gandhi e della non-violenza, da sempre campioni di astensionismo e neutralità al pari della Svizzera. Ma forse non tutti sanno che questi eburni elvetici, se non fosse per gli onnipresenti States, nuclearizzerebbero volentieri il Pakistan e tutti i pakistani, che certo non starebbero a guardare dato che anche loro sono una "potenza" nucleare, ma almeno non hanno inventato la non-violenza. Inoltre, una larga parte di questo miliardo di esserini è fortemente convinta che non esistono nazioni al mondo in grado di fronteggiarli militarmente. Tutto questo perchè, appunto, sono un miliardo, e poi perchè da ben dieci anni hanno iniziato ad ammodernarsi un tantino ficcando un motore nel culo dei loro elefanti in modo tale da poter entrare di diritto nell'elite delle nazioni industrializzate e ciucciare così una bella percentuale di petrolio (che prima nemmeno gli serviva).

Tutte le vacche del mondo invidiano le colleghe indiane, intoccabili esseri sacri che, se gli girano i cosidetti, possono paralizzare il traffico per ore minacciando gli spauriti esserini con l'immediata distruzione dell'intero globo terracqueo ed attiguo universo. Tant'è che gli indiani sono vegetariani se non vegani, ovvero si negano persino il piacere di un uovo sodo o di un tonno riomare, fosse anche senza grissino. Ma essere vegetariani/vegani ed adorare un animale che con le proprie scorregge minaccia l'ozono non proibisce certo di lavorare da McDonald's o da Hungry Jack's, meglio noto come Burger King. Ogni giorno nella city gli infaticabili esserini grigliano asceticamente tonnellate di manzo da servire agli infedeli paganti. In effetti è manzo, mica vacca sacra, no?

Certo è che per quanto curiosa e folkloristica possa essere una vacca, se pur di divina discendenza, non potrà mai reggere il confronto per popolarità con il più famoso dei libri, secondo in tiratura solo alla Bibbia o alla Guida Intergalatica per Autostoppisti: il Kamasutra. Nella testa di ogni bravo occidentale dai sani appetiti sessuali si accende sempre, prima o poi, la curiosità su cosa possa mai succedere in quelle bucoliche capanne di fango vista Gange nella più intima intimità del talamo nuziale e non. Con una probabilità prossima all'evento certo, niente. Infatti nei 26 stati che compongono la più grande democrazia del mondo la copulatio è vietata, proibita. Per legge. Questo, ed il fatto che sono più di un miliardo, spiega e rende comprensibili i matrimoni tra 8enni.

Oltre al mangiare carne di vacca ed assolvere ai propri doveri di fidanzato è proibito anche bere alcoolici, fosse anche Ferrarelle avariata. Gli occidentali, i turisti, ovviamente possono, ma gli esserini no. Solo se hanno vissuto almeno un anno all'estero. Allora si, si può, se hai fatto l'emigrante con la valigia di cartone Shiva non ti incenerisce e quindi hai tutto il diritto di bere la tua bella Peroni, anche a tavola con gli amici, rigorosamente seduti per terra. Si tratta di buone maniere ovviamente, e non di barbare usanze, così come mangiare con le mani, anzi, con la mano, perchè con tutte e due è veramente out, roba da far inorridirre anche l'esserino più moderno e progressista.

Questa giovane democrazia sta crescendo, sta cercando la sua posizione nel mondo, di tanto in tanto si guarda attorno per prendere esempio, ma mai per copiare. Ogni cosa viene letta in un modo del tutto nuovo, originale e moderno. A che serve ad esempio il codice della strada? Va bene usare le macchine invece degli elefanti, mangiano di meno e si parcheggiano meglio, ma tutte quelle norme, quelle regole, non si riesce a godere appieno il piacere della guida, la brezza, il paesaggio, la gente che ti scansa a malapena all'ultimo secondo. Non c'è quindi da stupirsi se gli esserini, proiettati verso un futuro più moderno e a misura d'uomo, non hanno un codice della strada.

Certo c'è da dire che la crescita ed il successo di questa India davvero incredibile è dovuto anche alla benevolenza di Madre Natura ed ai suoi doni. Ad esempio l'esserino medio può passare ore ed ore sotto il sole rovente senza temere nè le scottature nè il cancro alla pelle. E questo non certo perchè sono negri e quindi ben forniti di melanina, ma bensì perchè il pacifico ed innovativo sub-continente è ben fornito, al contrario di tutti gli altri, di ozono, che protegge gli esserini dai temibili raggi ultravioletti.

E dopo tutto ciò è comprensibile l'invidia, si, l'invidia, del popolo australiano verso i poveri esserini, che dopo un viaggio così lungo sbarcano nel nuovissimo continente occupando la maggior parte dei posti disponibili all'università, al lavoro, ed ovviamente nel blasfemissimo McDonald's. L'invidia che spinge la piccolissima percentuale di abitanti bianchi dei suburbs, una goccia nel mare indo-giapponegro, ad essere un tantino incazzata per la carenza di lavoro ed istruzione che inizia ad affliggere quella che una volta era conosciuta come White Australia. L'invidia certo, l'invidia verso un popolo così pacifista, così vegetariano, così innovativo, , così educato, così ben voluto da Madre Natura. La stessa invidia che ti spinge a sterminare le cavallette nel tuo giardino quando da due, massimo tre, diventano un miliardo, e le tue aiuole, le rose da esposizione e gli alberi da frutta se li gode qualcun altro.